Antonino Scopelliti nacque a Campo Calabro, in provincia di Reggio Calabria, il 20 gennaio 1935.
A 21 anni si laureò in Giurisprudenza e, tre anni più tardi, vinse il concorso in magistratura. Grazie ad una brillante carriera divenne il numero uno dei sostituti procuratori generali italiani presso la Corte di Cassazione, occupandosi di processi di mafia e terrorismo, tra cui il primo processo del Caso Moro e quello per la Strage di Piazza Fontana. Uomo apprezzato, comparve anche in televisione dove difese il ruolo del giudice, sostenendo la necessità che a questo fosse garantita l’indipendenza per poter essere al servizio della collettività.
Fu ucciso il 9 agosto 1991, mentre rientrava dal mare, in vacanza nella sua regione, a Piale, una frazione del comune di Villa San Giovanni. Sulle responsabilità per la sua morte permangono ancora molte ombre, anche se ormai sembra acclarato che mafia e ‘ndrangheta si mossero insieme per eliminare il magistrato che, dopo aver rifiutato vari tentativi di corruzione, avrebbe rappresentato la pubblica accusa in Cassazione al maxi processo a Cosa nostra. Fu assassinato perché era un uomo di Stato che non abbassava la testa e si batteva per la libertà e la giustizia delle persone.
Ultimo aggiornamento: 31/07/2024, 11:24
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