Notizie biografiche su Francesca Morvillo e Giovanni Falcone
Francesca Morvillo, nata a Palermo nel 1945, si laurea in Giurisprudenza e come il padre e il fratello decide di entrare in Magistratura. È stata giudice del tribunale di Agrigento, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, Consigliere della Corte d’appello di Palermo. Nel 1979 conosce Giovanni Falcone, all’epoca giudice istruttore presso il tribunale di Palermo. Nel 1986 si sposano con una cerimonia riservatissima. Francesca aveva accettato di vivere accanto a un uomo sempre minacciato dalla mafia e quindi sotto scorta.
Giovanni è nato a Palermo nel 1939 ed è entrato in Magistratura nel 1964. Dopo 12 anni al Tribunale di Trapani come sostituto procuratore e giudice istruttore, Rocco Chinnici, dirigente dell’Ufficio di Istruzione del tribunale di Palermo, gli affida il processo contro Rosario Spatola, un costruttore edile in affari con la mafia. Giovanni, dunque, inaugura il “metodo Falcone”, cioè “segue i soldi”, i movimenti bancari, metodo che lo porterà a ricostruire la struttura di Cosa Nostra.
Così, quando Chinnici decide di formare il pool antimafia, Falcone non può non farne parte. Raccoglie le dichiarazioni del pentito Tommaso Buscetta, dichiarazioni che daranno l’avvio al Maxiprocesso contro Cosa nostra. Il processo, iniziato a febbraio 1986, si conclude alla fine del 1987 con 360 condanne per 19 ergastoli e altri 2665 anni di carcere.
Antonino Caponnetto, che aveva preso la direzione del pool dopo l’uccisione di Chinnici, lascia il posto per raggiunti limiti di età, convinto che verrà sostituito da Falcone, ma il CSM preferisce nominare un altro magistrato. Così Falcone, amareggiato da quella decisione e da calunnie, turbato da un fallito attentato nella sua villa all’Addaura, decide di accettare l’incarico di dirigere la sezione Affari penali al Ministero affidatogli dal Guardasigilli Martelli a Roma. Intuisce dietro questo compito l’opportunità di lavorare alla costruzione della Direzione Investigativa Antimafia che coordini tutte le attività di lotta alla criminalità organizzata.
Giovanni e Francesca hanno 53 e 46 anni quando il 23 maggio del 1992 perdono la vita insieme agli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro in un attentato organizzato da Cosa Nostra. Sotto l’autostrada A29, in un tunnel nei pressi di Capaci, la mafia aveva posizionato 500 kg di tritolo che vengono fatti saltare al passaggio del corteo della scorta con a bordo il giudice, la moglie e gli agenti di Polizia, sistemati in tre Fiat Croma blindate. Giovanni Falcone e Francesca Morvillo sono appena rientrati da Roma atterrando all’aeroporto di Palermo e si stanno dirigendo in città.
La prima blindata viene disintegrata dall’esplosione uccidendo i tre agenti della scorta a bordo, Giovanni e Francesca sono portati in ospedale ma lì muoiono poche ore dopo a causa delle gravi ferite.
L’iter processuale è estremamente complesso, ma la certezza è che a decidere la morte di Falcone sono stati i capi di Cosa nostra, mentre non si conoscono ancora le eventuali connessioni con la politica.
L’impatto della strage di Capaci sull’opinione pubblica, così come l’influenza del pensiero di Giovanni Falcone, è stato ed è tuttora enorme.
Ultimo aggiornamento: 04/11/2024, 13:12