Emanuele Riboli nasce il 3 novembre 1957 a Varese, secondo di cinque fratelli. Il padre è un piccolo imprenditore: ha un’azienda meccanica a Buguggiate dove vive con la famiglia e poco dopo ne apre un’altra a Pescara. Emanuele ha appena 17 anni quando, il 14 ottobre del 1974, viene rapito dalla ‘Ndrangheta mentre torna a casa in bicicletta. I rapitori chiedono alla famiglia inizialmente un miliardo delle vecchie lire, poi 800 milioni, una cifra comunque enorme anche per imprenditori benestanti quali erano i Riboli. La famiglia, pur di rivedere Emanuele, ipoteca e vende tutto per far fronte alle spese del riscatto. Non bastano, però, il denaro pagato e nemmeno l’immane lavoro degli inquirenti. Emanuele non farà più ritorno a Buguggiate.
Nessuno all’epoca sapeva che la ‘ndrangheta si era insinuata nel ricco tessuto del nord e, oltre a rapine, estorsioni, traffico di stupefacenti, aveva iniziato a dedicarsi ai rapimenti. Solo nel 1990 la testimonianza di Antonio Zagari, ex dipendente dei Riboli e figlio pentito del capoclan, rivela l’effettiva matrice di quel rapimento. Racconta che Emanuele era stato avvelenato e il suo corpo dato in pasto ai maiali. Gli esecutori materiali saranno condannati all’ergastolo, ma poi prosciolti per avvenuta prescrizione. Al processo d’appello tenutosi nel 1999 il Procuratore capo chiederà scusa alla famiglia Riboli. Il capoclan Zagari è detenuto per altri reati.
Ultimo aggiornamento: 31/07/2024, 14:07
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