Giuseppe Di Matteo nasce a Palermo il 19 gennaio del 1981. Il padre di Giuseppe, Santino, è un mafioso, così come tutta la famiglia paterna. L’equitazione è la più grande passione di Giuseppe che sogna di diventare un campione.
Quando Santino viene arrestato e inizia a collaborare con la giustizia, la polizia, per proteggerlo lo allontana da casa. Il 23 novembre 1993, cinque mesi dopo l’allontanamento del padre, al maneggio arrivano due uomini che, spacciandosi per poliziotti, dicono a Giuseppe che, se fosse andato con loro, lo avrebbero portato dal papà. Giuseppe li segue, felice, dicendo “Papà mio, amore mio” ma i due uomini sono mafiosi, lo rapiscono per chiudere la bocca a Santino che sta facendo importanti rivelazioni sulla strage di Capaci e sull’uccisione dell’imprenditore mafioso Ignazio Salvo. Santino nell’ottobre del ’95 sparisce dalla località segreta dov’è tenuto nascosto per cercare il figlio, ma invano; tuttavia non si ferma, continua a collaborare con i magistrati.
I mafiosi tengono prigioniero Giuseppe 779 giorni in condizioni terribili e poi l’11 gennaio 1996, dopo che uno dei suoi rapitori, Giovanni Brusca, viene condannato da latitante in seguito alle rivelazioni di Santino Di Matteo, lo strangolano e si liberano del corpo sciogliendolo nell’acido.
Tra il 2012 e il 2013 tutti i responsabili sono stati condannati. Il casolare dove Giuseppe è stato ucciso ora è un “giardino della memoria”, un luogo che promuove la legalità e la lotta alla mafia.
Ultimo aggiornamento: 31/07/2024, 14:33
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