Rosario Livatino nasce a Canicattì il 3 ottobre 1952. Giovane di profonda fede cattolica, impegnato nell’Azione Cattolica, si laurea con il massimo dei voti in giurisprudenza e percorre rapidamente la carriera di magistrato. Come sostituto procuratore della Repubblica ad Agrigento indaga non solo su fatti legati alla mafia, ma anche su vicende di tangenti e corruzione, in particolare su quella che poi sfocerà nella cosiddetta “Tangentopoli siciliana”. Il suo lavoro investigativo porta al maxiprocesso contro le stidde agrigentine, nate in contrapposizione al potere dei Corleonesi. Il processo si chiuderà con 40 condanne.
Il 21 settembre 1990 viene speronato sulla statale Caltanissetta-Agrigento mentre si sta recando, senza scorta, al lavoro. Già ferito alla spalla, tenta la fuga nei campi, ma viene inseguito e colpito a morte.
Grazie a Piero Nava, un agente di commercio che per caso passava di lì e assiste all’omicidio diventando così il primo testimone di giustizia della Repubblica Italiana, le indagini procedono velocemente. I responsabili, appartenenti alle Stidda, vengono assicurati alla giustizia.
Nel 2011 viene dato l’avvio al processo di beatificazione. Tra i testimoni c’è anche uno dei killer. Il 9 maggio 2021 Rosario Livatino viene proclamato beato nella Cattedrale di Agrigento.
Ultimo aggiornamento: 31/07/2024, 15:10
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